3 giugno 2013

Dove va la scuola?

Olive trees 4111-1-1250La digitalizzazione della scuola a colpi di normative è fondamentalmente fallita. La  mancanza di una visione d'insieme delle condizioni di rete dati a livello locale e delle eterogenee condizioni dell'edilizia scolastica ha generato la falsa illusione che fosse una volontà luddista a frenare l'introduzione delle ITC nella scuola italiana. È indiscutibile che parte dell'inerzia al cambiamento venga dal non voler sconvolgere abitudini consolidate. Occorre comunque considerare che parte della resistenza deriva dalla molteplicità delle procedure da applicare a seconda del sistema di fronte a cui si trova chi lavora nella scuola.

Registro digitale.
Fallito negli istituti che per scarse disponibilità economiche non realizzano reti wifi all'interno degli edifici con murature di grande spessore rimandando ad una futura connessione cablata.
Irrealizzabile quando alcune sedi periferiche non sono collegate con ADSL.
Ridicola la sua implementazione quando la scuola inserisce nel sistema solo computer dismessi da altre amministrazioni solitamente al limite delle richieste minime dei software di gestione.
Laborioso se il docente deve segnarsi tutto (su carta) per poi da casa ritrasferirlo.
Azzerate le speranze di risparmi sul software impedendo agli istituti di accettare gratuitamente il passaggio al sistema digitale offerto dal fornitore precedente.
Iscrizioni online
Sgonfiate le celebrazioni quando si sottopongono ad una lettura critica i dati pubblicati dal MIUR.
Prove INVALSI
Rese difficoltosissime e costose le correzioni delle prove e degli esami INVALSI perché i correttori sono macro per un solo programma commerciale peraltro sconsigliato dalle norme della DigitPA!
Testi online
Erosa la concorrenza sui testi scolastici rendendo troppo costosa, per le piccole case editrici, la gestione della parte web obbligatoria.
Fallita la speranza di diminuire i costi dei libri arricchendo i grandi editori che non hanno avuto costi di digitalizzazione ma non hanno di fatto abbassato i prezzi.
Scrutinio digitale
Obbligate le scuole ad una "tassazione" dovuta per l'abbonamento annuale alle società di software che gestiscono il registro digitale.

Tutti gli interventi del governo Monti sono stati di fatto uscite propagandistiche che le scuole stanno ancora pagando e continueranno a pagare.
Se l'amministrazione centrale e la politica non interverranno, seriamente, a livello infrastrutturale, saranno inutili e solo dispersivi gli interventi obbligatori a livello periferico.

13 maggio 2013

Space Oddity - La poesia ...


Sembra che là in alto sia ancora possibile sognare. Noi invece strisciamo nel fango dei nostri problemi sulla superficie di un pianeta, azzurro da lontano. Grazie Chris.

2 maggio 2013

Scuola Digitale

_MTZ5238.jpg Si fa un gran parlare di scuola digitale, di scuola 2.0 di libri digitali.
Bellissimi esempi nascono in giro per la penisola, si osannano le direttive prese dallo scorso governo, e si portano ad esempio nuove strade aperte in altri paesi.
Bellissimo, tutto estremamente bello, e quindi ci si chiede:".. e allora perchè non qui?"
Subito esperti esterni alla scuola, ma certe volte anche esperti e consulenti del ministero per l'istruzione e/o di vari uffici scolastici, si lanciano in invettive contro quella stragrande maggioranza di docenti retrogradi e conservatori, che ancora oggi, come topi frequentano aule polverose inibendo l'enorme potenziale di alunni al limite della genialità.
Giornalisti molto più al di fuori delle tecnologie IT di quei docenti "polverosi", incitano i genitori e l'opinione pubblica ad esigere la "dovuta" digitalizzazione. Salvo poi a trovarsi ingolfati nelle iscrizioni online.
Seguo tramite social network e aggregatori, diverse discussioni che riguardano simili questioni.
Di fronte alla subitanea ubriacatura, senza ragionamento, per la possibilità ad accedere a tali tecnologie, in un primo tempo sono state zittite tutte quelle voci che dissentivano dal considerare tutto bello e tutto buono quello che veniva improvvidamente proposto.
Solo ultimamente, in rete, comincia ad alzarsi un coro di dissenso dovuto alle evidenti fallaci utopie.
La realtà ha cominciato a far pagare caro il prezzo delle illusioni.
Ho già parlato delle iscrizioni online, e voci autorevoli cominciano ora con tirare veramente le somme, e il risultato non è positivo.
Ora mi voglio soffermare sullo scrutinio elettronico.
Mezzo velocissimo e utilissimo per ridurre il tempo degli scrutini e poter stampare in proprio le pagelle con estrema facilità. Verissimo. Il decreto del governo diceva che non doveva costare niente alle scuole, ma chi te lo fa gratis? Quindi le scuole spendono di più, ma hanno meno assegnazioni dal governo perché la crisi si vince con l'istruzione. Ossimoro? No, per i governi finora succedutesi è una pratica perfetta.
Faccio notare che realizzare in rete sul web server  di un sito scolastico un tale sistema impegnerebbe un mese di lavoro di due o tre programmatori. Il ministero non ha programmatori per fornire alle scuole almeno la base? O forse il Ministro precedente era interessato a far spendere le scuole?

Registro elettronico.
Aha, il registro elettronico, spauracchio di insegnanti retrogradi.
No spauracchio delle casse di moltissimi istituti e di moltissime amministrazioni. Al ministero pensano al wi-fi e dicono: "non si spende un granchè."
Ma la verità è un altra. Cominciamo a far di conto. Ogni aula deve avere in dotazione: 1 computer, 1 schermo, 2 cavi lock per non farsi rubare il materiale, 1 scheda wifi interna (se fosse esterna ci sarebbe solo per una giornata, dopodichè "volerebbe" via), mouse e tastiera senza cavi ma con trasmettitore interno al case (altro possibile uccellino) cassetto con chiave per mouse e tastiera.
Il conto del garzone non sarebbe eccessivo, ma moltiplichiamolo per 20 / 50 classi!
Supponiamo di farcela. Ora qualche scuola di quelle "moderne" costruite di recente, con una ulteriore spesa per per alcuni trasmettitori wi-fi copre tutto l'edificio con un segnale decente; per quelle piccole, magari ne bastano uno per piano, ma in altri casi solo due o tre. Se non interessa la velocità ce la caviamo con poca spesa.
Per le altre scuole sorgono due grandi problemi che i grandi esperti non considerano.
Punto primo: il wi-fi.
Gran parte delle scuole italiane è in vecchi edifici, e molto spesso i nuovi sono organizzati malissimo per il wireless. I vecchi hanno mura spesse e tramezzi in mattoni pieni, ed il segnale supera a stento uno o due muri se va bene!
I nuovi edifici ispirati alle scuole "giardino" hanno estensioni in pianta notevolissime e i ripetitori di segnale si moltiplicano, con  ovvia conseguenza che l'ultimo nella catena ha una velocità di banda pari a zero!
Denaro buttato o impossibilità di realizzazione.
Punto secondo: Ethernet.
Ma c'è il cavo. Il buon vecchio ethernet, che già va bene in cat5, ma in cat6 fa veramente faville!
Certamente è migliore, non ci sono carichi di onde elettromagnetiche, c'è più banda per tutti!
In questo caso le scuole italiane si dividono in "sfigate" e cabla"bili". Le scuole fino alle secondarie di primo grado, hanno grossi problemi. Gli edifici sono nella stragrande maggioranza dei casi di proprietà comunale, o presi in affitto, per cui solo la municipalità può fare interventi o può consentirli. In periodo di crisi provate ad immaginare quanti comuni vogliano metter mano al borsellino per realizzare una rete cablata. Sviluppandola su cento metri, con i vari ripetitori, il costo si aggira sempre vicino alla decina di migliaia di euro.
Somma.
Sembra che il precedente governo abbia di fatto tacitamente tolto l'obbligatorietà di mettere in opera il registro elettronico per le ovvie impossibilità tecnico-economiche dell'impresa, in un momento in cui ha perseguito una politica di tagli feroci ai bilanci delle scuole.
In compenso alle scuole è rimasta la pressione dell'opinione pubblica che le taccia di arretratezza e di bieco conservatorismo.
Se Il governo da poco in carica non si prenderà l'onere di una seria politica del digitale nella scuola e in Italia, il nostro paese sarà l'unico dell'Europa in cui poter fare vere +vacanze "ottocentesche".

Sono sfaticato e mi voglio riposare.

3 marzo 2013

Iscrizioni online 3

H²O_2032Dalla "Nazione" del 2 marzo 2013:
"Iscrizioni on line, sette famiglie su dieci ce l'hanno fatta"
Nell'articolo si riporta la soddisfazione del ministero per l'operazione, ma poi si esaminano i dati pubblicati e non si capisce il perché di questa esultanza.
Viene voglia di dire che il ministero interpreta benignamente i dati che pubblica.
Con queste critiche all'iscrizione online, non voglio dire che il servizio non si doveva mettere in funzione, ma che con più accortezza, occorreva tenere conto di vari fattori.
Ragioniamo: 68% degli iscritti veramente online, 32% iscritti presso la scuola. Puglia e Calabria le regioni dove più alte sono state le iscrizioni presso le segreterie arrivando a circa il 53%.
  1. Il ministero esulta per i risparmi di carta ottenuti, ma il dato è falsato dallo stesso iter reale delle iscrizioni. Chiariamo. Una parte del 68% delle iscrizioni che risultano essere state fatte online dalle famiglie, in effetti sono state realizzate dalle scuole operando per conto delle famiglie. Molte segreterie, constatando, l'impossibilità o la difficoltà a connettersi dei primi giorni, hanno di fatto preso l'iscrizione su carta, trasferendola poi online, come se operasse la famiglia, in modo tale da far ricevere la email di conferma direttamente all'indirizzo dei genitori dell'alunno.
  2. Si evidenzia in modo drammatico, il "Digital Divide" di alcuni territori della nostra penisola e che, a mio parere, doveva essere meglio considerato in una operazione del genere.
  3. Nei primi giorni il servizio è rimasto quasi completamente bloccato: ripeto, forse andava diluito l'ingresso al servizio, anche magari anticipando l'inizio delle iscrizioni.
Quindi non vedo l'esultanza del ministero, che avrebbe già da tempo dovuto istituire il servizio affiancandolo nei primi tempi con la normale iscrizione. Questo avrebbe dato modo di vedere meglio i punti critici sui quali agire e avrebbe consentito alle famiglie di prendere dimestichezza con il servizio.
Dopotutto, però, occorre invece ringraziare il ministro e il ministero per aver reso palese a tutti gli italiani che aver rimandato così a lungo la "banda larga", non è stato un risparmio, ma un danno economico! Ma che "spending review"!
Il governo uscente di cui il ministro fa parte "ha risparmiato" azzerando gli investimenti sull'ammodernamento e l'aggiornamento delle reti dati e poi vuole risparmiare utilizzando le stesse reti, che, strano, non ci sono o sono inadeguate!
Incompetenza, miopia?

Sono Sfaticato e mi voglio riposare.

27 febbraio 2013

Prof barba e niente capelli

Dream of bamboo_9887Nella scuola media, o scusate, scuola secondaria di primo grado, il rapporto tra insegnanti maschi e femmine è sperequato.
Noi maschi, siamo molti di meno. Nel nostro istituto vi sono intere sezioni senza neanche un uomo.
Non mi lamento, quasi mai, per questo.
Certe volte non vedo più il motivo di non "portare avanti un'istanza per l'attuazione delle quote celesti" nella scuola e in altri ambienti lavorativi.
Mi presento come un tipo particolare: sono grasso e completamente rasato e mi diverto a tagliarmi in maniera diversa una barbetta rada e "sale e pepe". Detta così sembra più elegante che grigia!
Queste le premesse, ora i fatti.
Da quando insegno ci sono sempre alunni, in genere delle prime classi, che usano "maestrA" e se va bene "professoreSSA".
Non mi offendo assolutamente, li capisco; molto spesso anch'io, per la mia distrazione, faccio delle "magre" ridicole.
Di solito coinvolgo la classe in un momento di ilarità, fissando il distratto, senza rispondere e passandomi più volte la mano sulla testa rasata o accarezzando e pettinando voluttuosamente la barba, finché qualcuno si accorge dell'errore ed inizia a ridere coinvolgendo gli altri.
Se l'espressione interrogativa che sale sul viso dell'alunno, non scompare e neanche la classe reagisce, allora, come per esplicitare un pensiero improvviso, mi rivolgo alla classe dicendo: "Certo che come professoreSSA sono molto bruttA, non ho i capelli, ma in compenso ho la barba!".
La risata generale è garantita, mi scuso sempre con l'alunno, e spiego che è un errore più che naturale, e così si va avanti dopo una piccola pausa di rilassamento.
Però, una volta è saltato fuori un appellativo che mai mi sarei aspettato.
Non l'ho corretto, esprimeva un affetto nei miei confronti, più che rispetto.
Mi ha colto di sorpresa, mi ha commosso.
Non so come, ma per fortuna non era stato captato bene da altri compagni e sono riuscito a tenerlo segreto.
Solo per me.
Un alunno, come ci diciamo noi prof, in difficoltà, più piccolo di età e di corporatura, timido e sempre impacciato, distratto tanto da non sentire la campanella della ricreazione, si avvicina alla cattedra e fa:
"Mamma, posso andare in bagno?"

Sono sfaticato e mi voglio riposare! 

18 febbraio 2013

Consigli sulla sicurezza in rete

Child Escape 7   9535 Ribadisco alcuni consigli per la sicurezza di chi naviga sul web grazie anche a ciò che riporta Google.

Da alcuni giorni si è celebrato il "Safer Internet Day 2013", il giorno dedicato alla sicurezza dei ragazzi in rete.
Seguire poche regole già consente di non essere presi di mira da cyberbulli e di non danneggiare la propria immagine e la propria sicurezza.
Questi consigli non sono utili solo ai ragazzi, frequentatori abituali della rete, ma anche ai più "grandini" che magari hanno poca dimestichezza con certe procedure.

Meditiamo gente, meditiamo...
  1. Utilizzare un antivirus e un firewall
  2. Aggiornare costantemente sistemi operativi, browser, client di social network, software di lettura di contenuti trasmessi in rete per tutti i dispositivi che si utilizzano per accedere a internet
  3. Installare software solo da fonti attendibili (siti originali delle software house o organizzazioni open che pubblicano l'applicativo)
  4. Prestare particolare attenzione alle registrazioni on-line, verificando che l’indirizzo web inizi con https://. (la s indica che la connessione al sito è più sicura perché crittografata)
  5. Leggere i CONTRATTI che si sottoscrivono e sopratutto le impostazioni di privacy e sicurezza
  6. Utilizzare una password lunga, composta da numeri, lettere e simboli, differente per ognuno dei tuoi account (non usare mai la stessa password per il conto bancario e l’email)
  7. Non inviare mai la password via email e non condividerla con altri, nemmeno gli amici più intimi
  8. Impostare le opzioni di ripristino della password e mantenerle sempre aggiornate
  9. Per il ripristino di password, non scegliere come risposta informazioni rese pubbliche su social network, o tramite mail (sarebbero facilmente ricavabili)
  10. Essere consapevole della propria reputazione digitale: riflettere con attenzione prima di pubblicare contenuti imbarazzanti, dannosi o inappropriati
  11. Personalizzare le modalità di condivisione dei contenuti
  12. Non rispondere a email o messaggi di chat che richiedono dati personali, password o numero di carta di credito
  13. Segnalare i contenuti che possano essere inappropriati o illegali (Immagini di minori, immagini o video di violenza...)
  14. In un ambiente pubblico o quando vi sono altre persone prima di allontanarsi dal computer bloccare sempre lo schermo ( é possibile impostare tutti i dispositivi in modo che si blocchino automaticamente dopo poco che non vengano usati)
REGOLA ULTIMA(ma più importante)
Quando siete connessi in rete dovreste figurarvi come in mezzo ad una piazza; se non siete geek siete BENDATI, chi passa per la piazza sa cosa state facendo.

Sono sfaticato e mi voglio riposare!

27 gennaio 2013

Dislessia e grafia. Articoli e studi da ritrovare.

Bicycle 9087Siti diversi che scrivono sulla grafia, dislessia e su Leonardo da Vinci fanno riferimento a studi non ben identificati, di cui si è scritto su "Corsera" del 22/11/98. Nessuno delle decine di link su Google, Yahoo o Bing, riporta alcun riferimento ad autore dell'articolo, dello studio o pubblicazione cartacea o digitale. Sul sito di Corsera, la ricerca interna non mi ha dato risultati, (forse non sono più accessibili post antecedenti il 2009), e le stesse ricerche su "Leonardo da Vinci" vengono naturalmente annebbiate da risultati che si riferiscono all'aeroporto di Fiumicino. Sono ancora quindi alla ricerca degli originali di questi studi, ma mi sorge un dubbio. Tutti questi richiami e citazioni di qualcosa di non ben definito sembrano tipiche (o tipici) hoax che si propagano nella rete e nella cultura come un'infezione. Spero che i pochi lettori che leggeranno queste parole possano aiutarmi a trovare l'articolo e il vero studio se mai esistesse.
Questa ricerca è scaturita da un articolo, che facendo riferimento a questi studi dichiara la dislessia di Leonardo da Vinci, perché la scrittura al contrario è "...Se è stesa (ndr La scrittura da destra a sinistra) da un destrimane risulta , dal punto di vista fisiologico , un movimento poco naturale in quanto a differenza del mancino, non sviluppa quel gesto centrifugo che porta la mano a staccarsi dal corpo ed a muoversi verso l'esterno."
Ma prego! Vuol dire che tutti gli arabi e le persone di culture che scrivono da destra a sinistra sono dislessiche?
Ancora... Io ero dislessico a comando! Da ragazzino mi divertivo a scrivere da destra a sinistra quando volevo... Premevo il tasto "dislessia" posto in cima al cranio e scrivevo da destra a sinistra?
Spero che queste non siano le ragioni riportate su quell'articolo...
PS Aggiungo un link di un articolodel corriere della Sera /Salute trovato durante la ricerca di Leonardo e dislessia.

Sono sfaticato e mi voglio riposare!