13 maggio 2013

Space Oddity - La poesia ...


Sembra che là in alto sia ancora possibile sognare. Noi invece strisciamo nel fango dei nostri problemi sulla superficie di un pianeta, azzurro da lontano. Grazie Chris.

2 maggio 2013

Scuola Digitale

_MTZ5238.jpg Si fa un gran parlare di scuola digitale, di scuola 2.0 di libri digitali.
Bellissimi esempi nascono in giro per la penisola, si osannano le direttive prese dallo scorso governo, e si portano ad esempio nuove strade aperte in altri paesi.
Bellissimo, tutto estremamente bello, e quindi ci si chiede:".. e allora perchè non qui?"
Subito esperti esterni alla scuola, ma certe volte anche esperti e consulenti del ministero per l'istruzione e/o di vari uffici scolastici, si lanciano in invettive contro quella stragrande maggioranza di docenti retrogradi e conservatori, che ancora oggi, come topi frequentano aule polverose inibendo l'enorme potenziale di alunni al limite della genialità.
Giornalisti molto più al di fuori delle tecnologie IT di quei docenti "polverosi", incitano i genitori e l'opinione pubblica ad esigere la "dovuta" digitalizzazione. Salvo poi a trovarsi ingolfati nelle iscrizioni online.
Seguo tramite social network e aggregatori, diverse discussioni che riguardano simili questioni.
Di fronte alla subitanea ubriacatura, senza ragionamento, per la possibilità ad accedere a tali tecnologie, in un primo tempo sono state zittite tutte quelle voci che dissentivano dal considerare tutto bello e tutto buono quello che veniva improvvidamente proposto.
Solo ultimamente, in rete, comincia ad alzarsi un coro di dissenso dovuto alle evidenti fallaci utopie.
La realtà ha cominciato a far pagare caro il prezzo delle illusioni.
Ho già parlato delle iscrizioni online, e voci autorevoli cominciano ora con tirare veramente le somme, e il risultato non è positivo.
Ora mi voglio soffermare sullo scrutinio elettronico.
Mezzo velocissimo e utilissimo per ridurre il tempo degli scrutini e poter stampare in proprio le pagelle con estrema facilità. Verissimo. Il decreto del governo diceva che non doveva costare niente alle scuole, ma chi te lo fa gratis? Quindi le scuole spendono di più, ma hanno meno assegnazioni dal governo perché la crisi si vince con l'istruzione. Ossimoro? No, per i governi finora succedutesi è una pratica perfetta.
Faccio notare che realizzare in rete sul web server  di un sito scolastico un tale sistema impegnerebbe un mese di lavoro di due o tre programmatori. Il ministero non ha programmatori per fornire alle scuole almeno la base? O forse il Ministro precedente era interessato a far spendere le scuole?

Registro elettronico.
Aha, il registro elettronico, spauracchio di insegnanti retrogradi.
No spauracchio delle casse di moltissimi istituti e di moltissime amministrazioni. Al ministero pensano al wi-fi e dicono: "non si spende un granchè."
Ma la verità è un altra. Cominciamo a far di conto. Ogni aula deve avere in dotazione: 1 computer, 1 schermo, 2 cavi lock per non farsi rubare il materiale, 1 scheda wifi interna (se fosse esterna ci sarebbe solo per una giornata, dopodichè "volerebbe" via), mouse e tastiera senza cavi ma con trasmettitore interno al case (altro possibile uccellino) cassetto con chiave per mouse e tastiera.
Il conto del garzone non sarebbe eccessivo, ma moltiplichiamolo per 20 / 50 classi!
Supponiamo di farcela. Ora qualche scuola di quelle "moderne" costruite di recente, con una ulteriore spesa per per alcuni trasmettitori wi-fi copre tutto l'edificio con un segnale decente; per quelle piccole, magari ne bastano uno per piano, ma in altri casi solo due o tre. Se non interessa la velocità ce la caviamo con poca spesa.
Per le altre scuole sorgono due grandi problemi che i grandi esperti non considerano.
Punto primo: il wi-fi.
Gran parte delle scuole italiane è in vecchi edifici, e molto spesso i nuovi sono organizzati malissimo per il wireless. I vecchi hanno mura spesse e tramezzi in mattoni pieni, ed il segnale supera a stento uno o due muri se va bene!
I nuovi edifici ispirati alle scuole "giardino" hanno estensioni in pianta notevolissime e i ripetitori di segnale si moltiplicano, con  ovvia conseguenza che l'ultimo nella catena ha una velocità di banda pari a zero!
Denaro buttato o impossibilità di realizzazione.
Punto secondo: Ethernet.
Ma c'è il cavo. Il buon vecchio ethernet, che già va bene in cat5, ma in cat6 fa veramente faville!
Certamente è migliore, non ci sono carichi di onde elettromagnetiche, c'è più banda per tutti!
In questo caso le scuole italiane si dividono in "sfigate" e cabla"bili". Le scuole fino alle secondarie di primo grado, hanno grossi problemi. Gli edifici sono nella stragrande maggioranza dei casi di proprietà comunale, o presi in affitto, per cui solo la municipalità può fare interventi o può consentirli. In periodo di crisi provate ad immaginare quanti comuni vogliano metter mano al borsellino per realizzare una rete cablata. Sviluppandola su cento metri, con i vari ripetitori, il costo si aggira sempre vicino alla decina di migliaia di euro.
Somma.
Sembra che il precedente governo abbia di fatto tacitamente tolto l'obbligatorietà di mettere in opera il registro elettronico per le ovvie impossibilità tecnico-economiche dell'impresa, in un momento in cui ha perseguito una politica di tagli feroci ai bilanci delle scuole.
In compenso alle scuole è rimasta la pressione dell'opinione pubblica che le taccia di arretratezza e di bieco conservatorismo.
Se Il governo da poco in carica non si prenderà l'onere di una seria politica del digitale nella scuola e in Italia, il nostro paese sarà l'unico dell'Europa in cui poter fare vere +vacanze "ottocentesche".

Sono sfaticato e mi voglio riposare.